Alfonso Pecoraro Scanio, più volte ministro, fondatore e leader dei Verdi italiani, con il suo libro La lezione di Marco fa conoscere un tratto meno noto della vicenda politica di Marco Pannella, quello legato alle lotte ecologiste ma non solo che lo storico leader del Partito Radicale intraprese nel corso della sua lunghissima carriera politica, dimostrando anche in ambiti quali quello dell’ecologia, della lotta per la salvaguardia dell’ambiente, la sua capacità di precorrere i tempi.
Pubblicato da Paesi Edizioni, casa editrice da sempre attenta alla politica e alla storia, anche attraverso originalissime declinazioni (come nel caso del bellissimo romanzo storico Bi Erre, i fondatori) La lezione di Marco. Pane, Lavoro, Ecologia: dal No alla partitocrazia ai 5 Stelle di Alfonso Pecoraro Scanio rappresenta uno strumento imperdibile per tutti coloro che hanno apprezzato lo storico leader radicale o che, semplicemente, vogliono approfondire la biografia di un protagonista della politica italiana e non solo.
Marco Pannella, il vulcano della politica italiana
Di Giacinto Pannella, ben più noto con il nome di Marco, un gigante della politica, al netto di come la si pensi, è stato scritto e detto molto, moltissimo. Fondatore del Partito radicale (nato da una scissione avvenuta a sinistra del Partito liberale) protagonista di mille battaglie referendarie, fustigatore della partitocrazia, strenuo oppositore del finanziamento pubblico dei partiti, inventore di un linguaggio politico nuovo e modernissimo, Marco Pannella ha, senza dubbio, scandito la storia politica del nostro paese per più di cinquant’anni, mostrando, spesso, capacità divinatorie, intravedendo sviluppi e scenari a molti politici miopi del tutto inesistenti.
Ma Pannella non è stato solo questo.
Il suo impegno politico, nell’accezione greca del termine, è stato davvero ad ampio spettro, investendo ogni ambito, anche quelli meno battuti dai politici nostrani, come nel caso della lotta per la difesa dell’ambiente, argomento oggi al centro delle agende politiche di moltissimi paesi ma nei decenni passati del secolo scorso, quasi assente da ogni dibattito.
A delineare questo pagina meno nota della carriera di colui che, giustamente, Maurizio Turco, attuale segretario dei Radicali italiani ha definito il vulcano Pannella, ci ha pensato Alfonso Pecoraro Scanio che, fin da adolescente, ha seguito e pienamente condiviso le lotte promosse dai radicali e dal suo vulcanico segretario, Marco Pannella.
Pecoraro Scanio, infatti, inizia a far politica, non ancora maggiorenne nella sua Salerno, proprio sulla scia del fascino promanato dalla figura di Pannella e dall’impegno politico dei radicali, un unicum nell’ingessato sistema politico italiano.
Ecco come l’ex segretario dei Verdi italiani, ricorda nel suo libro, la conoscenza dei Radicali e delle loro lotte: «Il mio incontro con i Radicali risale alla metà degli anni Settanta. All’inizio del 1974 non avevo ancora 15 anni quando al liceo organizzai un primo forum sul referendum sul divorzio e mi trovai, per la prima volta, a difendere Marco Pannella. All’epoca lo avevo visto solo in tv e ne avevo letto sui giornali.»
Quell’epifania è, per il giovane Alfonso, totalizzante, perché dei Radicali e, soprattutto, di Marco Pannella, il futuro leader politico, apprezza la tenacia, l’originalità del pensiero e, soprattutto, l’impegno per l’ambiente, una realtà sconosciuta ai più ma già seriamente minacciata.
Il lato ecologista di Marco Pannella
Quando si parla di Pannella, inevitabilmente, si pensa ai referendum, dai primissimi, quelli storici per la difesa del divorzio prima e dell’aborto poi a quelli promossi in seguito, ma Pannella fu anche un ecologista ante litteram, battendosi la salvaguardia dell’ambiente quando quel tema era pressoché assente dalle agende dei principali partiti italiani.
Pannella fiutando, come nessun altro, il mutamento dei tempi, comprese come la difesa dell’ambiente dovesse essere centrale nella politica italiana, per questo si impegnò, al pari delle nascenti formazioni ambientaliste, in prima persona per i referendum sul nucleare che, anche sull’onda della catastrofe nucleare di Chernobyl che portò parte del mondo a guardare l’abisso del disastro, portò l’Italia a essere uno dei primi paesi al mondo ad abbandonare l’energia atomica.
Ma la battaglia per la rinuncia al nucleare non fu l’unica intrapresa dal leader radicale nell’ambito ecologista. Nel 1994, l’8 marzo per la precisione, Pannella rilasciò un’intervista all’Osservatorio ambientale eco-watch di Padova, rispondendo a domande sul dossier, dal suggestivo titolo, “Che faremo per l’ambiente – l’impegno delle forze politiche”.
Si trattò, come scrive Pecoraro Scanio nel suo libro, di «un assaggio del Pannella-pensiero, che non tradisce le aspettative», un’intervista in cui il leader dei Radicali fornisce una serie di risposte molto tecniche e mirate «che sono rilevatrici dell’approccio pragmatico del politico più visionario degli ultimi trent’anni.»
Marco Pannella: il giocoliere della lingua italiana
Una delle parti più interessanti del libro di Pecoraro Scanio è, senza dubbio, quella dedicata al linguaggio di Pannella, qualcosa di davvero unico, inimitabile, uno strumento che ha affinato nel corso degli anni, risultando una delle sue armi più efficaci.
Perché Pannella, molto più di altri politici, creò, davvero, un personalissimo linguaggio, adattandolo, di volta in volta, alle esigenze del momento, all’evoluzione della società. Emblematico, in tal senso, fu l’articolo che Matteo Marchesi, scrisse per il quotidiano “Il Foglio” a proposito del linguaggio pannelliano, forse la più azzeccata, colta ed efficace analisi in tal senso:
Un linguaggio complesso e semplice al tempo stesso, il miglior megafono per diffondere compiutamente il suo pensiero, fatto anche di assordanti silenzi, intervallati da volute fumose, figlie inesauribili delle immancabili sigarette o di vere e proprie scene mute che mettevano decisamente in imbarazzo i suoi interlocutori.
La lezione di Marco, un libro assolutamente da leggere
Indicare in una recensione i tanti motivi per cui il libro di Alfonso Pecoraro Scanio è da leggere è un’impresa improba, perché sono davvero tanti. La lezione di Marco. Pane, Lavoro, Ecologia: dal No alla partitocrazia ai 5 Stelle è un ringraziamento postumo da parte di una persona che conobbe bene Pannella, apprezzandolo e criticandolo al tempo stesso ma riconoscendo al leader radicale, non solo il talento politico, ma anche il totale impegno profuso per lottare per ciò in cui saldamente credeva.
D’altra parte a Pannella le poltrone non interessavano. Nella sua lunghissima carriera politica non ricoprì mai una carica istituzionale, eccezion fatta per la guida, per soli cento giorni, nel 1992, dell’allora XIII Municipio di Roma, quello di Ostia, commissariato per uno scandalo di tangenti.
Pannella prese quell’incarico con la massima serietà possibile, facendo in pochi giorni quello che nessun aveva mai fatto, intraprendendo una lotta vera contro la piaga dell’abusivismo edilizio in una realtà già dominata dalla presenza di associazioni mafiose, una piaga di cui nessuno parlava e che assurse alla cronaca soltanto un quarto di secolo dopo, una lotta, come ebbe più volte a ripetere in quei giorni Pannella, intrapresa «non contro gli abusivi, ma contro quelli che, con la scusa di difendere i manufatti in costruzione, dominano il territorio, dividono e terrorizzano la gente.»
La lezione di Marco non è una semplice biografia sul politico teramano, la cui morte, il 19 maggio 2016, ha lasciato un vuoto enorme perché, tanto che, a distanza di più di cinque anni «se ne sente chiaramente la mancanza in uno scenario politico in grande crisi ed evoluzione» ma è un vero e proprio atto d’amore verso un visionario della politica, forse la più bella definizione di Giacinto Pannella, detto Marco.
Pecoraro Scanio, oltre a tratteggiare con una scrittura agile e mai noiosa percorsi meno noti del politico abruzzese ma anche le sue tante intuizioni politiche (Pannella fu, ad esempio, il primo a creare una lista politica personalizzata, facendo da apripista a un fenomeno oggi pressoché scontato), «è riuscito – come ricorda nella postfazione il magistrato ed ecologista Gianfranco Amendola a parlare – del Pannella ecologista, ricordandoci che Marco non si è occupato solo di divorzio, aborto e diritti civili ma è stato tra i primi uomini politici a capire il valore del verde creando lo slogan “Pane, Lavoro, Ecologia”. E ha fatto bene a farlo adesso perché mai come oggi, ci vorrebbe qualcuno che avesse la straordinaria capacità di Marco di smuovere la smorta gora di un mondo politico che si riempie la bocca di “sostenibilità” senza capire che è l’economia a dover essere sostenibile per la salvaguardia ambientale e non viceversa.»